Ambulatorio Veterinario Villa Mafalda

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Dir. San. Dott.sa Marta Sanga

Lunedì 29 Aprile 2024

Cimurro

Considerazioni generali

Il cimurro canino è una patologia multisistemica che colpisce i cani ed è causata dal virus del cimurro canino (CDV). Sebbene il cimurro canino sia considerato principalmente una patologia dei cani domestici, molti altri animali possono contrarre questa patologia, ad esempio furetti e tassi.
LA via d'infezione è per aerosol di materiale infetto che si propaga lungo il tratto respiratorio. Il virus si diffonde al tessuto linfoide, dove danneggia i linfociti T e B, causando leucopenia (diminuzione dei globuli bianchi), e invade anche i tessuti epiteliali dei tratti respiratorio, alimentare e urogenitale, della cute e del sistema nervoso centrale.
La gravità della patologia dipende dalla rapidità dello sviluppo della risposta immunitaria; se il CDV distrugge i tessuti linfatici prima dello sviluppo de anticorpi e di un'adeguata immunità cellulo-mediata, insorge una grave forma di infezione.
Tutti gli animali infetti eliminano il virus, alcuni per più di 60 giorni. Dopo la guarigione l'immunità permane per tutta la vita, sebbene condizioni di immunocompromissione, esposizione ad alti titoli virali o stress possano determinare una riduzione di questa immunità protettiva.

Segni clinici

La maggior parte dei cani colpiti ha da 3 a 6 mesi di età, periodo caratterizzato dal declino degli anticorpi di origine materna. I segni clinici dipendono dai tessuti colpiti, dal ceppo virale infettante, dall'età, dallo stato immunitario e dall'ambiente in cui vive il soggetto.
Nella forma “classica” di cimurro di solito si riscontra come primo segno una congiuntivite seguita dalla comparsa di tosse secca. La tosse progredisce e diviene umida e produttiva, lo scolo oculare mucopurulento e si sviluppa una rinite, con croste di essudato intorno a occhi e naso (caratteristici suoni respiratori aspri e rumori all'auscultazione dl torace). Di solito sono presenti ipertermia (>40°C), depressione del sensorio e anoressia. La comparsa di segni respiratori può essere seguita da sintomi gastroenterici o da infezioni opportuniste. La localizzazione gastrointestinale di CDV porta ad una gastroenterite caratterizzata da vomito e da una diarrea da modesta a grave, spesso emorragica, 10-20 giorni dopo l'infezione.
Gli animali possono morire nella fase acuta della malattia, ma possono anche sopravvivere con un'adeguata terapia di supporto.
Spesso si riscontra un'ipercheratosi del tartufo e dei cuscinetti plantari 3-6 settimane dopo l'infezione; questo segno rappresenta un utile indicatore diagnostico. Alcuni animali, inclusi quelli con infezione subclinica, sviluppano segni neurologici 3 settimane circa dopo l'infezione e, sebbene questi segni siano più comuni dopo forme di grave infezione, non c'è modo di prevedere quali animali saranno colpiti. Segni neurologici incluse crisi epilettiformi, atassia paresi, paralisi e mioclonie (contrazioni muscolari) possono comparire improvvisamente e possono essere progressivi.

Esami di laboratorio

All'esame ematologico spesso si riscontrano trombocitopenia (diminuzione delle piastrine) e linfopenia (diminuzione dei linfociti). Le indagini radiografiche possono evidenziare una polmonite interstiziale nei casi precoci. Quando sono presenti segni neurologici, il liquido cefalorachidiano (LCR) mostra un aumento sia della conta cellulare sia della concentrazione proteica, alterazioni tipiche di una malattia infiammatoria; il riscontro di anticorpi anti CDV nel LCR è diagnostico.

Trattamento

Non esistono farmaci antivirali efficaci per la terapia dell'infezione da CDV. Il trattamento si basa su una terapia di supporto e sulla somministrazione di antibatterici ad uso profilattico. Le convulsioni devono essere controllate con una terapia anticonvulsiva.
Benché sia indicata l'eutanasia nei casi di grave coinvolgimento neurologico, molti cani possono condurre una vita quasi normale con il controllo delle mioclonie e delle convulsioni.

Prognosi

La prognosi è riservata e si basa ampiamente sulla severità dei segni e sull'estensione del coinvolgimento multi-organo. La mortalità raggiunge spesso il 50%.

Prevenzione

L'impiego della vaccinazione è stato in grado di ridurre largamente questa infezione sul territorio nazionale; il problema principale è rappresentato dai cani importati non vacinati.

(Da: Clinica delle malattie infettive del cane e del gatto – I. Ramsey e B. Tennant)

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News

Vaccinazione Antirabbica Obbligatoria

ATTENZIONE:
dal 19/02/2013 è stato revocato l'obbligo della vaccinazione antirabbica per tutti gli animali (cani, gatti e furetti) che andranno in Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia. Chiedere informazioni alle ASL delle regioni a statuto autonomo per eventuali proroghe della normativa.